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Michele Spanghero: un artista a 360 gradi

Nato a Gorizia nel 1979, Michele Spanghero è un artista sonoro e visivo. La sua è una ricerca artistica a 360 gradi: un fantastico mix di arti plastiche, fotografia e musica, che analizza lo spazio in ogni minimo dettaglio, connettendolo, tramite il suono, al fruitore. Nei suoi lavori, un pubblico, mai passivo, si ritrova ad interfacciarsi con la reale colonna sonora del vivere quotidiano.

Laureato in Lettere Moderne all’Università di Trieste, Spanghero durante la sua carriera da studente frequenta seminari di musica, sound design e video making, che lo portano solo successivamente nel mondo della soundart. L’artista è attivo dal 2007.

Dià, Michele Spanghero

Il nucleo tematico del mio lavoro è rimasto sostanzialmente inalterato dagli esordi. Ovviamente le cose sono molto cambiate rispetto agli inizi, soprattutto ho maturato una maggiore consapevolezza metodologica, ma sostanzialmente continuo a indagare le medesime tematiche da allora.

Michele Spanghero in un’intervista per Formeuniche.org

Dià

Dià, dal greco διά, attraverso, combina la dimensione del silenzio e del suono. Tramite l’opera il fruitore può ascoltare o osservare il paesaggio circostante, invitando il pubblico a interagire con due cavità che possono fungere sia da megafono sia da spioncino. Con Dià si instaura un dialogo intimo con la scultura stessa.

Dià, Michele Spanghero

Dià è stata progettata in occasione del Walking Art del 2016, un festiva che da alcuni anni porta l’arte per i sentieri dei monti friulani, ed è installata sulla cima del Monte Pal Piccolo (1780 m), al confine tra Italia e Austria, dove è stata combattuta la Prima Guerra Mondiale, connettendo visualmente e acusticamente due terre che furono rivali durante il conflitto.
L’opera è stata poi duplicata anche per i Giardini di Tuileries, a Parigi.

Dià, Michele Spanghero
Dià a Parigi

In un periodo in cui i confini si alzano e vengono costruiti nuovi muri, il messaggio di dialogo implicito in Dià sembra sempre più rilevante

Michele Spanghero
Echea Aeolica, Michele Spanghero

Echea Aeolica

Echea Aeolica è un’installazione permanente del Parco di Siracusa. In questa scultura Michele Spanghero crea una gigantesca anfora risonante progettata per riprodurre il suono del vento che soffia sulle spiagge di Siracusa. La forma riprende quella dell’antica anfora “echea”, riproposta in una versione più pulita e moderna, dando un ulteriore senso di solennità e morbidezza al lavoro e invitando il pubblico a tendere l’orecchio al foro dell’opera, che amplifica il suono del vento e dell’ambiente circostante.

Echea Aeolica, Michele Spanghero

Pebbles

Pebbles è un’installazione sonora del 2016, che ha portato Michele Spanghero a vincere il “Premio in Sesto” del 2015, premio d’arte internazionale di Palinsesti. L’opera, progettata per il Castello di San Vito, è ispirata all’acqua, che ormai non può più scorrere nel fossato del castello. Adesso il letto del fossato è costellato da questi ciottoli (traduzione letterale di pebbles) di ferro.

Pebbles, Michele Spanghero

Pebbles consiste in un gruppo di semisfere rugginose di metallo di misure differenti che coesistono coi ciottoli del letto del fiume. L’installazione mimetica svela la sua natura sonora solo quando le persone interagiscono con essa: come campane, i ciottoli di metallo danno una voce unica al fossato del Castello di San Vito e possono essere usati come degli strumenti musicali per creare melodie astratte.

Wave

Con le sue venti lastre di ferro, questa scultura è l’unica installazione sonora esterna non sonante di questo articolo. Wave è la rappresentazione plastica delle onde sonore, alludendo anche alle forme create dal mare. Il progetto deriva infatti da un attenta studio di una registrazione fatta al mare in movimento, reinterpretata poi graficamente in 20 linee verticali.

FONTI:
sito dell’artista
www.albertapane.com
formeuniche.org
www.ikonotv.art
www.artibune.com